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L'Officiel Hommes Italia #12

Costruire Avanguardie // News Moda // Anniversario

Costruire Avanguardie

La nuova istituzione culturale si appresta ad aprire le sue porte il 9 Maggio 2015. 18.900 mq di spazi espositivi e interattivi nati dal sodalizio tra lo studio di architettura OMA, guidato da Rem Koolhaas e la Fondazione Prada, creata nel 1993 da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli.

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Un ex spazio industriale nella zona sud di Milano è il teatro di un enorme cantiere che si appresta a svelare la sua anima tra pochi mesi. Non si parla di una semplice riqualificazione, ma di una nuova missione basata su un processo intellettuale in continua evoluzione. La ricerca e la vocazione multidisciplinare della Fondazione Prada si uniscono all’avanguardia artistica e architettonica di uno dei maggiori esponenti in materia, Rem Koolhaas. La loro collaborazione è ormai consolidata attraverso diverse iniziative, ma il nuovo complesso in Largo Isarco si spinge oltre ogni limite. Il progetto della nuova sede non si presenta né come un’opera di conservazione né d’ideazione di una nuova struttura, piuttosto sarà il risultato della sospensione delle due idee, non arrivando mai a far prevalere un concetto sull’altro. La volontà è di lasciare ampio respiro ai nuovi edifici che sorgeranno, pronti ad abbracciare svariate funzionalità e iniziative, in cui l’arte può essere esposta e condivisa totalmente con il pubblico.

Il recupero dell’ex complesso industriale è stato concepito per offrire una totale fruibilità ai visitatori. Grazie ad interventi che sfruttano al meglio le potenzialità strutturali, è in procinto di aprire uno spazio in cui la poliedricità è la parola chiave. Aree espositive si alterneranno a strutture multidisciplinari, come risultato di un progetto che rispecchia totalmente l’incontro di figure devote alla sperimentazione. Rem Koolhass ha da sempre portato avanti le sue progettazioni architettoniche con un approccio del tutto versatile e ricco di contaminazioni che vengono dalla sua personalità: è noto il suo dialogo tra scrittura e costruzione, professionalità che porta avanti di pari passo e che trovano sempre un punto di contatto tra loro. Lo studio OMA si fa porta voce di una sorta di manifesto culturale per l’architettura, in cui i ponti interpretativi diventano motivo di fascino e interpretazione. Va da sé che il sodalizio con la Fondazione Prada sia d’immenso valore, proprio perché figlio di svariate contaminazioni che confluiscono in un unico spazio, dove le discipline dialogano fra loro in maniera armonica e consequenziale. Ne sono testimonianza le iniziative che accompagneranno la data di inaugurazione del 9 maggio 2015: l’apertura della nuova sede della Fondazione Prada sarà legata attraverso un filo immaginario alla città di Venezia. Nel palazzo settecentesco di Ca’ Corner della Regina, si terrà la mostra “Portable Classic” in contemporanea con “Serial Classic”, l’esposizione che sarà organizzata a Milano nella neonata struttura. Da un lato, la prima, presenta un innovativo punto di vista sul processo di riproduzione in piccola scala dell’arte classica della scultura greco-romana dal Rinascimento al Neoclassicismo, mentre la seconda si concentra sulla serialità e la copia. Una doppia inaugurazione che si muove sul continuo parallelismo tra la maison Prada e l’arte.


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La memoria Brioni

Partire dalla ricerca e dall’esplorazione di se stessi è l’approccio della direzione creativa di Brendan Mullane per la Maison Brioni. Un attento e interessante lavoro che ne ripercorre la storia del brand rispettandone l'identità.

Los Angeles, i divi di Hollywood da sempre legati alla casa di moda, e gli anni Cinquanta, sono il fulcro dell’ispirazione per la collazione estiva 2015 firmata Brioni. Parte così un viaggio a ritroso attraverso gli archivi della casa di moda italiana nata nel 1945, da sempre sinonimo di sartoria maschile e reinterpretazione del classico, attraverso il colore e l’indissolubile legame con la peacock revolution. Fin dalle origini la maison romana si è sempre rivolta ai personaggi del jet set. I fondatori Gaetano Savini e Nazareno Fonticoli scelgono il nome Brioni come omaggio all’isola dell’Istria, meta dei grandi dello spettacolo negli anni della dolce vita.

In occasione del suo settantesimo anniversario, Brioni riscopre un caposaldo della sua storia, il “Columnar Look”, lanciato settanta anni fa e tradotto in una versione del tutto contemporanea. Ad esaltare la fisicità maschile, una silhouette statuaria: pantaloni affusolati abbinati a giacche squadrate che abbracciano il corpo e rivelano lo studio perfetto dei tagli e dei tessuti nella costruzione dei grandi classici Brioni. Le tinte parlano della luce calda di Los Angeles: rosso intenso, blu oceano alternato al delicato azzurro, così come il verde, dalle tonalità menta a quelle più intense delle foglie delle palme. La natura non ispira solo i colori, ma anche le fantasie. Camicie leggere, giacche che ricordano le forme college, completi in seta e cashmere sono ricoperti da pattern floreali firmati dell’artista James Welling, che vive nella città ispiratrice della collezione e ribadisce lo stretto legame tra la Maison e le arti visive. La nuova spinta di Brioni é l’innovazione attraverso il rispetto della propria storia, al centro del ritorno alle passerelle della Maison. Se fino ad un anno fa le collezioni erano incorniciate in suggestive presentazioni, il 2015 è stato il momento del cambiamento attraverso un omaggio al proprio passato. Nel 1952, a sette anni dalla sua fondazione, Brioni fu la prima casa di moda maschile a mostrare le proprie creazioni su una passerella. In occasione del suo settantesimo anniversario e delle sfilate milanesi del gennaio scorso, è tornata a farlo, portando alla luce uno straordinario ponte tra la tradizione delle sue radici e la contemporaneità. 

 


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Innovazione Dsquared2

Dean e Dan Caten, i gemelli canadesi artefici del marchio Dsquared2, fondato nel 1994, festeggiano il ventesimo anniversario della loro casa di moda, ricordando il loro percorso come un esempio da seguire. Una storia fatta di dedizione e grandi successi, che hanno portato alla costruzione di un marchio oggi identificato da un preciso lifestyle.

Nel 1995 Dsquared2 fa il suo esordio nel mondo della moda maschile con “Homesick Canada”. I due designer, figli di un uomo di origine napoletane, avevano il sogno di fondare la loro maison, lavorare con la nostrana tradizione sartoriale e fare in modo che Dsquared2 fosse sinonimo di un esatto stile, che già si dichiarava nello statement nostalgico che accompagnava la prima collezione. Il teorema era, e rimane, non dimenticare le proprie radici, osservare il luogo in cui si vive e produrre nelle condizioni qualitative migliori. Ciò che differenzia il brand è l’estetica vivace e irriverente. Protagonisti i capi e i tessuti iconici del nord America, come il denim e le divise da lavoro, che vengono reinterpretati e adattati alla stagione e al tema della collezione. Ben presto si forma un eco notevole attorno al marchio Dsquared2, sia da parte della stampa, che del pubblico, fino ad arrivare al mondo della musica che si lega indissolubilmente con lo stile del duo canadese. In particolare, nel 2000, un’icona come Madonna, affida a Dean e Dan Caten la creazione dei capi del video musicale “Don’t tell me”, diretto da Jean-Baptiste Mondino. Sono circa quindici anni che Dsquared2 è saldamente legato con l’universo musicale, curando l’immagine di alcune tra le più influenti figure nel panorama pop internazionale. Tre anni dopo arriva anche il lancio ufficiale della linea femminile del brand, attraverso la collezione “Star 24/7”. Dello stesso periodo un’altra vincente collaborazione, quella con il mondo del calcio: nel 2003 Dsquared2 disegna le nuove divise ufficiali della Juventus e sette anni dopo quelle del Futbol Club Barcellona, a riprova della versatilità del marchio e del successo dilagante.  Dean e Dan Caten rimangono comunque fedeli al fascino che provano per la sartoria italiana, lo studio dei tagli e come i capi avvolgono il corpo: i designer e l’entourage che li circonda, indossano le creazioni Dsquared2 per testare su se stessi la ricerca della perfetta vestibilità. Nel 2010 è il momento della linea “Classic Collection”. Completi e tuxedo studiati nei minimi dettagli, impeccabili dal punto di vista tecnico - valorizzano diverse fisicità al punto da essere quasi considerati capi su misura - e in sintonia con l’estetica Dsquared2.  La scommessa di successo ha un enorme riscontro e si accompagna a “He Wood” e “Wild”, le due fragranze maschili che completano l’immagine Dsquared2, un brand dall’identità giovane che guarda al futuro mantenendo saldo il binomio del suo successo: nostalgia delle proprie origini, tradotta alla velocità di una vita vissuta altrove.


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CAMPER: la nuova era Romain Kramer

Un designer eclettico, cresciuto con la passione per la danza, le performance e la moda maschile. Romain Kremer, parte integrante della filosofia del brand Camper, crea dal 2009 una capsule collection per stagione all’interno del progetto Together della casa di calzature spagnola. Creatore poliedrico, Romain Kremer rimane a capo della divisione maschile di Mugler fino al 2013, per poi dedicarsi esclusivamente alla Camper, diventandone direttore creativo in questo anno. La nuova avventura accompagna il lancio di una nuova sfida: un rivoluzionario concetto di Lab-Store per vivere al meglio l’esperienza Camper, che aprirà contemporaneamente in sei città nel mondo, a partire dal prossimo settembre, con la messa in vendita delle prima collezione sotto la direzione di Romain Kremer.


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Il Silenzio di Prada

La campagna estiva 2015 di Prada è una sublime declinazione del silenzio in cui si vivono i sentimenti della quotidianità. Un ritorno al valore del rapporto che si ha con gli oggetti a noi cari. Un’arancia è delicatamente sbucciata da Ansel Elgort; un pendente ipnotico si tende tra le mani di Ethan Hawke; i minuti sono scanditi da un pendolo, poi ammirati da Miles Teller e poi cerchi immaginari, disegnati da un compasso, nella dimensione di Jack O’Connell. Quattro attori immortalati con intima poesia da Craig McDean tra Londra e New York, creando un’atmosfera sospesa nei luoghi e salda nei pensieri segreti. L’allure anni 70, le siluette dei capi e le grafiche impunture che li decorano, completano l’approccio intimo e riflessivo, che si lega indissolubilmente agli oggetti e alla personale relazione che si ha con essi.