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Alan Tamir // Collection Mood Story

is a Milano-based independent design studio with a special focus on rugs.

I wrote the mood story behind the launch of T.A.Z. Mania collection.

Alan Tamir

T.A.Z.mania

Avrebbero dovuto asfaltare quella strada. Forse no, forse era bella così.  
Sobbalzavano sordi, tremavano e si allentavano leggermente ad ogni curva, ad ogni frenata. La polvere, il terriccio, le mani che ogni tanto li sostenevano, li sporcavano. Granelli o tracce che entravano tra la lana per rimanerci, a segnare in maniera invisibile quei colori evocativi. Ricordavano le onde, a tratti la moltiplicazione delle immagini, quando poi si accavallano, si mischiano e poi si mettono apposto da sé, dove capita o dove è naturale che si collochino. In quella montagna di rotoli ormai molli, si intravedevano forme irregolari, senza spigoli, mai rigide. Forse era quello il motivo per cui era difficile tenerli fermi, stabili, disciplinati. Poi ancora le mani, nervosamente plastiche nella tenuta, delicate e incuranti nel movimento. Alla curva più stretta, inaspettata, quel cumulo ormai totalmente disordinato, rovinò giù. Fuori. 
E allora tutti seguirono.
Quei colori confusamente crollati al suolo, ora sembravano perfetti. Tutte quella mani si operarono per sbatterli, accarezzarli e sbatterli di nuovo. Poi li stesero nuovamente sul terriccio color mattone, spento, annacquato. Si sedettero lì sopra, circondati da futuristici van, cani veloci e sorridenti, volti distesi pronti a piegare leggermente il capo ai nuovi arrivati.
Parlarono.
Parlarono di quando LEI LASCIO' LA FESTA. Parlarono del PORTENTO di un uomo che poco più giù mimava come un tiro, forse dai tre metri, forse no, non importa, per loro era MAGIC JOHNSON. Parlarono di quella coda che si agitava velocissima, striata, unica in mezzo a tante code che si agitavano.
Parlarono di NEMO, di come sarebbe vivere sott’acqua, dove tutto è sordo, amplificato e pulsante. Pulsante come quelle vibrazioni che si potevano sentire salire dalle mani, dai piedi, distrattamente poggiati su una superficie morbida, polverosa, che assorbiva tutto nei suoi spessi margini, nodosi. I suoni sordi, la luce, i colori e ancora la polvere, a creare una dimensione sospesa, libera e indefinibile, senza un nome, senza un indirizzo, pronta a svanire per poi ricrearsi, chissà dove, chissà quando, chissà se mai ancora: T.A.Z.mania.